’80

Coloro che sono destinati ad affermarsi e coloro che sono destinati a rimanere nell’ombra, sono tutti fotografati da Gianni Fiorito nel quadro – collage del manifesto, colti in varie pose e in varie espressioni del volto. Tutti più giovani e tutti insieme in un insolito raduno iconografico: sembra quasi che ogni fotogramma funga da tassello per mosaico. La “mosaicità” della rappresentazione è unitaria. Solo negli atteggiamenti. Forse lo è anche nella comune passione per l’arte. Ma questo è un aspetto più morale (e perciò più interiore e meno percettibile) che fisico. Tuttavia, anche questo aspetto è da verificare. E’ possibile che parecchi di loro siano più sensibili ad un presenzialismo radical-chic, che ad un estetismo puro. Ad ogni modo eccoli tutti lì che si mostrano sorridenti e contenti di essere sorpresi dall’occhio scrutatore della Nikon di Gianni. C’è anche chi appare serio e pensoso con dita alle tempie e a mento e guancia e chi sfodera una posa d’attore in scena per “immortalare” come meglio crede nell’illusione d’un istante la propria immagine. Alla diversità delle espressioni dei fotografati dei due sessi, si contrappone la diversità delle loro professioni: artisti, galleristi, giornalisti, registi, fotografi, collezionisti e imprenditori. Tra i più, in questo verticale “affresco” in bianco e nero, facilmente distinguibili sono i volti più noti, isolati nel proprio riquadro iconico e nel proprio passato.

Giuseppe Bilotta