“L’antropologia è vedere” come rivela il professore Marotta a Parthenope, la protagonista dell’ultimo film di Paolo Sorrentino. E “Parthenope” è un film in cui gli sguardi sono protagonisti. Sguardi ricevuti e dati, che scorrono sulla città di Napoli, sui suoi abitanti, fra bui profondi e squarci di luce abbagliante. Attraverso gli occhi della protagonista guardiamo passare unpezzo di vita, di Napoli e di noi stessi. Su tutto, il ricordo di un’estate perfetta, breve ed effimera come la giovinezza: di una fuga a Capri, senza un posto dove dormire ma assorbiti da riti e desideri estivi; tanti occhi desideranti, tanti abbracci notturni, a volte morenti, alla ricerca, vana, di un assoluto definitivo.
Questa mostra è il racconto fotografico del film “Parthenope” e della sua lavorazione. Un ulteriore sguardo, quello di Gianni Fiorito, che a volte si sovrappone a quello del regista in altre ce ne rivela le intenzioni andando a seguirne lo sguardo, i gesti. A volte diventa laterale a enfatizzare particolari nascosti, in altri ancora diretto, quello degli attori, invitati a guardare nell’obiettivo e a disvelare l’essenza stessa del loro personaggio.











