Vedere e ascoltare. Appunti fotografici su “L’amore buio”

L’amore buio è stato l’unico film di Antonio Capuano che ho avuto la fortuna di documentare, e queste foto sono l’incompleta testimonianza della sua energia, della sua “sete” di girare che immediatamente ti travolge e coinvolge sul set.

Sulla scena Antonio è un fiume in piena di gesti, detta movimenti, posiziona luci, sposta macchina da presa, attori e comparse, ma anche di parole, soprattutto parole. Incitamenti agli attori, suggerimenti a tecnici ed operatori, richieste di nuovi oggetti. Su quel film, avendo scelto di girare con tanti ragazzi non professionisti, li guidava, ora con dolcezza, altre volte con urla di sprone, talvolta con durezza che rasentavano l’invettiva, come quando, a fronte della “timidezza” dell’abbraccio del fidanzato di Irene sulla scena, gli partì un fenomenale “ma u’ tieni o’sangue int’e vene!?!”.

Ma il ricordo di quel set è legato anche, ed indissolubilmente, a Tommaso Borgstrom. Il direttore della fotografia di quel film e di altri a cui avevo lavorato prima di “L’amore buio” e che purtroppo ci ha lasciati, troppo prematuramente, nel 2018.

La sua gentilezza, la sua professionalità sobria era l’esatto contraltare alla debordante irruenza di Antonio Capuano, di cui assecondava estro e genialità con la sua presenza discreta, costante e vigile. Un connubio felice, di quelli che donano la bellezza, e la ricchezza, del cinema.

Gianni Fiorito